Bugiardo patologico vs bugiardo compulsivo


Nella vita quotidiana, è capitato a tutti di adattare la realtà per superare qualche difficoltà. In fin dei conti, qualche piccola bugia, soprattutto se innocua, non ha mai fatto danno a nessuno. A volte è necessaria per evitare situazioni ancor più complesse e problematiche, ma qual é il limite tra una bugia a fin di bene e una situazione estrema in cui la realtà viene completamente distorta?

Quando la situazione raggiunge dei limiti estremi, fino ad arrivare a disegnare un quadro clinico significativo, ecco che allora scatta il campanello d'allarme! Siamo di fronte a un bugiardo. I bugiardi, però, non sono tutti uguali, vediamo la differenza tra bugiardo patologico e bugiardo compulsivo.

Il bugiardo patologico

Nel caso del bugiardo patologico si assiste ad un atteggiamento che tende a manipolare la realtà, fino a perdere di vista l'oggettività. Secondo il dottor Ernest Dupré, che all'inizio del '900 iniziò i suoi studi sulla mitomania, il bugiardo patologico fa uso delle bugie per apparire più interessante agli occhi degli altri. 

Esso arriva a deformare la realtà a proprio piacere per dimostrare di avere avuto delle esperienze favolose e emozionanti. Il suo scopo è quello di far apparire la propria vita migliore di quanto non sia nella realtà e scatenare negli altri un sentimento di gelosia. Per definizione, la mitomania consiste proprio nel creare una realtà artefatta, ostinandosi nel rendere le proprie bugie credibili e fondate. 

Ma, a differenza della maggior parte delle persone, che è ben consapevole di dire una bugia, il bugiardo patologico confonde il limite tra la realtà e la bugia stessa, finendo per credere a ciò che racconta. Questo lo porta a perseverare nel mentire, continuando a portare avanti le bugie dette, fino a creare un circolo vizioso che viene alimentato con altre bugie.

Comportamento del bugiardo patologico

Una delle caratteristiche che maggiormente definiscono il bugiardo patologico è la loro tendenza a professarsi come i paladini della sincerità. Per convincere, essi sono capaci di inscenare una recita, una visione tutta loro della realtà, così persuasiva da sembrare sinceri.
Solitamente, il bugiardo patologico mente a tutti. Le sue vittime, quindi, sono tutte le persone che gli sono vicine, dai familiari, ai colleghi di lavoro e gli amici. Può capitare, però, che una delle sue bugie venga scoperta.
Come si comporta il bugiardo patologico in questa situazione? Cercherà in tutti i modi di convincere il suo interlocutore che non sta mentendo, cercando di dimostrare che le sue storie sono autentiche, anche a costo di perdere la calma e diventare aggressivo.
Un'altra caratteristica che si riscontra spesso in questi casi è il rifiuto alle critiche, con una presa di posizione poco disponibile al dialogo. La bugia, oltremodo, diventa un'arma con cui difendere la propria vera identità. Utilizzando questo meccanismo, il bugiardo patologico non riuscirà a crearsi relazioni sociali solide e autentiche.
Il soggetto è così abituato a mentire che arriva a non riuscire più a distinguere la realtà dalle sue fantasie. Nella sua mente la bugia assume degli elementi compensatori che rendono la realtà perfetta e vanno a sostituirla. 
Si tratta di un soggetto che ha interiorizzato così profondamente il meccanismo della menzogna che agisce senza la consapevolezza di avere un problema e senza curarsi dei risvolti psicologici e relazionali che il suo comportamento, a lungo andare, può provocare in chi gli sta vicino.
Riassumendo:
  • mentono anche quando non è necessario
  • sono manipolativi nei confronti degli altri
  • sono intolleranti alle critiche
  • confondono la bugia con la realtà
  • sono incapaci di instaurare relazioni mature
  • non provano rimorso
  • possono reagire con aggressività se scoperti
  • sono inconsapevoli di avere un problema

Il bugiardo compulsivo

Come anticipato, il bugiardo compulsivo mente più che altro per una sorta di abitudine, un'attitudine magari appresa durante l'infanzia. Si tratta di un meccanismo che lo fa sentire meglio rispetto a quella che è la realtà. Il mentire diventa così la risposta automatica e incontrollata nella vita di tutti i giorni e in qualsiasi situazione.

Il bugiardo compulsivo non ha uno scopo finale, quasi sempre non cerca di manipolare la realtà per trarne un beneficio, mente semplicemente per stare meglio e su qualsiasi cosa, il mentire diventa il suo modo di affrontare la realtà.

Il comportamento del bugiardo compulsivo fonda le sue radici nell'infanzia e nel contesto familiare, nel quale il soggetto ha percepito il fatto di mentire come una necessità per affrontare la quotidianità.

Riassumendo:
  • sono persone fondamentalmente insicure
  • generalmente non sono manipolativi nei confronti degli altri
  • sono consapevoli del mentire e lo fanno più facilmente quando si sentono a disagio
  • provano rimorso per il loro atteggiamento ma non riescono ad opporsi
  • sono capaci di affrontare la critica, purché questa gli dia una via di fuga
  • riescono a mantenere relazioni affettive mature

Richiesta di aiuto psicologico

Con molta probabilità non sarà il bugiardo patologico a fare richiesta di aiuto, in quanto il soggetto non percepisce di avere un problema. È più facile che la richiesta di intervento scaturisca dalle persone che gli sono vicine, come famigliari, amici o colleghi di lavoro.
Alla base della richiesta di aiuto da parte di un soggetto affetto da queste patologie c'è più che altro il disagio nell'entrare in contatto con la sua vera natura, con la sua vera identità (auto-svelamento). 
L'immagine del soggetto è basata su un artefatto che, in sostanza, ha eccessivamente esaltato un'identità fasulla in contrapposizione col vero sé. Questo conflitto può portare il bugiardo a richiedere aiuto.
Va da sé che un percorso di aiuto psicologico può funzionare solo se la persona è in grado di riconoscere di avere un problema e ha la volontà di collaborare per la sua risoluzione. Nel caso del bugiardo patologico, questo percorso potrebbe essere ostacolato dalla sua tendenza a negare la realtà.

Per concludere possiamo dire che prima di affrontare un percorso di aiuto psicologico, nel quale il paziente riesca a instaurare con il suo terapeuta un rapporto efficace, è necessario che il soggetto compia un grande passo, ovvero quello di realizzare di avere un problema.

Solo dopo aver raggiunto l'autoconsapevolezza, infatti, si aprirà la strada per un aiuto proficuo. Non mancheranno delle resistenze, visto che il mentire può diventare assuefazione e, come per tutte le dipendenze, smettere non è facile.

 

 






Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2011/12/bugiardo-patologico/

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