L'autostima, riflessioni sulla sicurezza di sé


Autostima


Siamo capaci di rapportarci serenamente con la nostra percezione di sé? La fiducia è un sentimento importante per superare il dubbio e l'insicurezza di non essere in grado di affrontare con grinta le sfide quotidiane. Ognuno di noi ha dei dubbi, ed è normale averne in alcune situazioni, è uno stimolo per migliorare noi stessi. Ma quando questi dubbi raggiungono dei livelli eccessivi, possono bloccarci e finire per intaccare negativamente la nostra esistenza. La fiducia in sé stessi è legata alla nostra autostima e, tanto più è alta, meno saremo sopraffatti dai dubbi.

Bassa autostima 

Quando l'autostima è bassa, le decisioni che prendiamo sono in contrasto con i nostri desideri. La ricerca della conferma dall'esterno diventa prioritaria rispetto a quello che effettivamente potremmo decidere in modo autonomo. 

L'approvazione esterna, per quello che pensiamo e stiamo facendo, diventa più rilevante di quello che realmente sono i nostri desideri e le nostre azioni. L'approvazione esterna dà sicurezza, ma finisce per fare aumentare in modo esponenziale l'insicurezza e, al tempo stesso, toglie la curiosità del nuovo. 

Bloccati nel conosciuto, ci sentiremo infelici, ma rassicurati dal fatto di non dover sperimentare niente di nuovo. Si tratta di una rinuncia, un accettare qualcosa di "spiacevole" piuttosto che sperimentare il "nuovo". 

Se avete mai pronunciato questa frase: "vorrei ma....", è probabile che dubitiate delle vostre capacità, che avete paura di dare voce ai vostri desideri, infine che vi sentiate inferiori agli altri. 

La bassa autostima, che porta con sé il dubbio e il giudizio negativo di noi stessi, instaura in noi un meccanismo per cui ci sentiremo sempre più sbagliati e incapaci di soddisfare le aspettative di chi ci sta attorno. Quando dubitiamo delle nostre capacità ci scindiamo in due in un dialogo interno così negativo da rafforzare i dubbi su noi stessi e indebolire ancora di più la nostra autostima. 

Questa scissione, secondo la psicoterapia della Gestalt, comporta la presenza di un tiranno (Topdog) e di un suddito (Underdog).

Il Topdog è la parte critica, quella che giudica e che ha il ruolo dominante di imporre la sua volontà. Al contrario, l'Underdog è la parte sottomessa, quella che si sottomette e si nasconde. 

Questi due lati, dipendenti uno dall'altro, ricreano il gioco del carnefice e della vittima. Nessuna delle due parti è nella ragione o nel torto, ma entrambe esprimono un conflitto interno, espresso con modi e linguaggio diverso.

Come uscire da questo vortice? La soluzione si trova mettendo in contatto i due lati, integrandoli arrivando alla costruzione di una personalità auto determinata. Mettere in contatto il lato colpevolizzante con il lato della vittima, è un primo passo verso la risoluzione del contrasto e, quando il conflitto finisce, si trova la forza per iniziare ad agire in modo autonomo e costruttivo.






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